Nella Gazzetta Ufficiale del 16 febbraio 2016 è stato pubblicato il decreto del Ministero dello Sviluppo Economico del 22 dicembre 2015, n. 226.
Dal titolo “Regolamento recante norme in materia di disciplina del prestito vitalizio ipotecario, ai sensi dell’articolo 11-quaterdecies, comma 12-quinquies, del decreto-legge 30 settembre 2005, n. 203, convertito, con modificazioni, dalla legge 2 dicembre 2005, n.248, come modificato dall’articolo 1, comma 1, della legge 2 aprile 2015, n.44”. La disciplina contenuta nel predetto Regolamento è divenuta operativa dal 2 marzo 2016.

Con il nuovo prestito vitalizio, un proprietario di un’abitazione con più di sessant’anni può chiedere un finanziamento a una banca, garantito dall’iscrizione di un’ipoteca di primo grado sull’immobile.
Il soggetto finanziato non ha l’onere di restituire il capitale e, se alla sua morte gli eredi non colmano il debito con la banca, la banca stessa, con la vendita della casa, può recuperare la somma di denaro.
Grazie al prestito ipotecario è comunque possibile lasciare in eredità ai propri figli una casa, dal momento che la proprietà di essa rimane a chi ha ricevuto il finanziamento pur essendo aggravata da un debito che gli eredi possono saldare mantenendo la proprietà della casa.
Qualora non fosse possibile saldare il debito, parte della somma ricavata dalla banca attraverso la vendita dell’immobile potrà essere acquisita dagli eredi. Le norme stabiliscono inoltre che la banca dovrà accontentarsi della somma ricavata dalla vendita nonostante questa non sia sufficiente a coprire i debiti maturati.
La somma che si può ottenere dipende dal tasso di interesse e dall’età del proprietario, infatti coloro che hanno da poco superato i sessant’anni possono incassare il 15-20% del valore della casa, mentre per quanto concerne i novantenni si parla del 50-60%. Il prestito vitalizio non è però conveniente per chi non ha eredi che può invece considerare l’alternativa di vendere la nuda proprietà. In tal modo la banca non avrà la possibilità di assorbire parte del valore dell’immobile.
Di oggettivo interesse tale nuova disciplina in un contesto in cui permette a persone anziane che, ad esempio per il pagamento di una retta di ricovero, abbiano bisogno di liquidità senza pesare sui propri figli e senza togliere la possibilità di riscattare l’abitazione famigliare nel caso si addivenga ad una situazione ereditaria.