Avv. Luca Degani – Avv. Andrea Lopez
Lo scorso 30 novembre 2020 il Ministero della Salute ha emanato una nota avente ad oggetto “Disposizioni per l’accesso dei visitatori a strutture residenziali socioassistenziali, sociosanitarie e hospice e indicazioni per i nuovi ingressi nell’evenienza di assistiti positivi nella struttura.”
E’ importante sottolineare come il contenuto della stessa – richiamando tra l’altro espressamente le previsioni normative nazionali in tema di sospensione delle visite presso le strutture residenziali sociosanitarie e socioassistenziali – non si ponga in contrasto con le recenti Delibere Regionali Lombarde, seppur contempli una più ampia motivazione rispetto alla specificità di bisogni di salute della popolazione fragile ivi accolta e l’esigenza di valorizzare ulteriormente le attività socio-relazionali all’interno delle strutture.
Sul punto il recente DPCM del 3 dicembre 2020 prevede una significativa apertura. Infatti, a differenza delle precedenti disposizioni, all’art. 1, lett. dd) è previsto che l’accesso di parenti e visitatori sia non più vietato in via generale, bensì limitato ai soli casi indicati dalla direzione sanitaria della struttura, che è tenuta ad adottare le misure necessarie a prevenire possibili trasmissioni di infezione.
Sono state quindi previste alcune indicazioni generali proposte dalla «Commissione per la riforma della assistenza sanitaria e sociosanitaria della popolazione anziana» istituita presso il Ministero della Salute finalizzate a contemperare il rischio di impoverimento delle relazioni socioaffettive che, in una popolazione fragile e in larga parte cognitivamente instabile, possono determinare l’ulteriore decadimento psicoemotivo determinando poi un aumento del rischio di peggioramento delle patologie organiche.
Preme inoltre sottolineare come il consiglio di effettuare il Test Antigenico rapido per i visitatori delle strutture si inserisca nell’alveo interpretativo delle previsioni di cui alla DGR Lombardia n. 3913/2020 relativamente alle modalità organizzative dei momenti di visita da parte dei parenti agli Ospiti delle strutture residenziali sociosanitarie.
In altri termini, resta ferma la possibilità, demandata ai responsabili di struttura, di privilegiare, a tutela della salute fisica degli ospiti, la possibilità di avere ragionevole certezza della non positività dei potenziali visitatori attraverso la “promozione di strategie di screening immediato” con l’auspicio che i relativi costi rimangano a carico della programmazione regionale.
E’ ulteriormente significativo evidenziare che la raccomandazione dell’utilizzo dei test molecolari per l’ingresso di assistiti necessitanti il ricovero e per lo screening degli operatori come best practice non contrasta con la normativa vigente e con le pregresse indicazioni ministeriali, richiamente anche da nostre precedenti circolari.
Infatti, il Ministero, pur raccomandando il ricorso al tampone molecolare in quanto dotato di massima sensibilità, ribadisce l’utilità del test antigenico rapido in quei contesti in cui risultano vantaggiosi l’identificazione e l’isolamento rapido dei positivi nelle larghe comunità chiuse. La circolare del Ministero della Salute del 30 ottobre 2020 del resto indicava quale scelta prima il tampone molecolare, quale alternativa il tampone antigenico, evidenziando come l’adozione dell’uno o dell’altro metodo di screening sia da legarsi non solo alla sensibilità, ma anche ai tempi di esecuzione, alla necessità di personale specializzato e strumentazione dedicata disponibile solo in laboratorio, ai costi da affrontare per una politica basata sulla ripetizione dei test in loco, alla disponibilità dei reagenti.
E’ evidente che la tempistica dei risultati dei test e, soprattutto, il numero di soggetti interessati a cui garantire una alta frequenza di verifica fa si che, sul nostro territorio, mentre è possibile l’esecuzione dei Test molecolari all’ingresso dell’ospite a cui seguiranno screening con i tamponi Antigenici con frequenza bisettimanale, determina che la scelta di ricorrere allo strumento diagnostico rapido sia l’unica possibile in termini di certezza del rispetto della frequenza prescritta, del tempestivo isolamento dei positivi e del contenimento dei costi.
Si deve sempre ricordare che la Lombardia, per dati ormai notori, pur essendo corrispondente a circa un sesto della popolazione italiana ha al proprio interno quasi un terzo delle Unità di Offerta Socio Sanitarie.
Infine, merita menzione particolare la raccomandazione di sospendere gli ingressi di nuovi Ospiti in caso di positività di un assistito fino alla risoluzione del focolaio. E’ tuttavia possibile considerare l’ingresso di nuovi Ospiti in base alle possibilità di gestire in modo completamente autonomo le aree con pazienti Covid-19 positivi da quelle con assistiti negativi.
Preme da ultimo sottolineare come sia opportuno riportare e dare evidenza della piena conoscenza delle sopra descritte indicazioni ministeriali da parte degli Enti nella elaborazione della revisione del P.O.G (piano organizzativo gestionale) nei casi previsti dalla DGR 3913/2020.